TricoVEG ™
Nome commerciale | TricoVEG ™ |
Applicazione | Hair Care |
Funzione | Anticaduta |
Use level | 1-5% |
Applicazioni suggerite
- Trattamento anticadura leave-on
- Shampoo
- Balsamo
L’alopecia androgenetica è la tipologia di calvizie più comune dovuta ad una suscettibilità del follicolo pilifero ad una miniaturizzazione di tipo androgenetico. L’implicazione di diversi attivatori di infiammazione nell’eziologia dell’alopecia androgenetica, che contribuiscono al processo di involuzione dell’unità pilo-sebacea, è emersa recentemente emersi da vari studi.
Pur non essendo una vera e propria malattia, l’alopecia androgenetica viene spesso vissuta come un profondo disagio, con ripercussioni negative sul piano psicologico e sociale.
L’alopecia androgenetica è, infatti, di un disturbo androgeno-dipendente e geneticamente acquisito, causato da un’eccessiva attività dell’enzima 5-α-reduttasi (5R) nel follicolo pilifero che, utilizzando NADPH come cofattore, converte il testosterone in un ormone androgeno, quale il diidrotestosterone (DHT), che riesce ad agire sul DNA determinando l’inibizione della sintesi proteica delle cellule germinative dei capelli, provocando la miniaturizzazione del bulbo e la perdita irreversibile del capello.
Infatti, i capelli divengono sempre più corti e sottili, fino a non riuscire a coprire adeguatamente il cuoio capelluto; questo perché la fase anagen (di crescita) si riduce progressivamente a favore di quella di involuzione (catagen) e di riposo (telogen).
Da qui l’importanza di un’applicazione topica di principi attivi in grado di inibire l’attività dell’enzima 5-α-reduttasi contrastando la caduta dei capelli e inducendo la proliferazione cellulare dei follicoli piliferi.
Efficacy Assessment
DETERMINAZIONE DELL’INIBIZIONE DELLA 5-α –REDUTTASI – Test ELISA per la quantizzazione della 5- α –Reduttasi
Le tecniche immunologiche si basano sulla specificità che gli anticorpi possiedono nel riconoscere e legarsi alla proteina target ed offrono diversi vantaggi rispetto alle tecniche comunemente usate per l’analisi delle proteine.
Sono stati messi a punto protocolli E.L.IS.A., con un approccio di tipo indiretto, per per l’identificazione di 5-α-reduttasi nel mezzo di coltura delle cellule HHDPCs trattate. In base ai risultati della vitalità cellulare, per il presente test è stata utilizzata una concentrazione di campione pari a 4
mg/ml. Un campione di controllo è stato preparato sostituendo il volume di campione con un uguale volume di mezzo di coltura. La finasteride è stata utilizzata come controllo positivo. I risultati sono stati riportati in figura 1.
DETERMINAZIONE DELLA PROLIFERAZIONE DELLE CELLULE DELLA PAPILLA DERMICA MEDIANTE SAGGIO DI INCORPORAZIONE DI BROMODESOSSIURIDINA
L’effetto di TricoVEG sulla proliferazione delle cellule è stato esaminato usando un dosaggio immunoenzimatico colorimetrico basato sull’incorporazione di bromodeossiuridina (BrdU) utilizzando un kit di BrdU (Roche, Mannheim, Germania) seguendo il protocollo del produttore. Brevemente, le cellule HHDPC (5.000 cellule/pozzetto) sono state seminate in piastre da 96 pozzetti. Dopo 24 ore, le cellule sono state incubate per 48 ore con differenti concentrazioni di campione (4, 8, 16 mg/ml), inoltre è stata usata la finasteride (0,037 μg/ml) come controllo positivo di inibizione dell’enzima 5-α-reduttasi e pertanto induttore della proliferazione. Quindi, sono stati aggiunti 20 μl di BrdU in soluzione e le cellule sono state incubate per altre 4 ore.
Durante questa incubazione l’analogo della pirimidina, BrdU, è stato incorporato nel DNA delle cellule in proliferazione al posto della timidina. Successivamente le cellule sono state fissate e denaturate con soluzione FixDenat del kit per 30 min a 25 ℃. Tale denaturazione del DNA è necessaria per migliorare l’accessibilità della BrdU incorporato e facilitare la sua capacità di individuare l’anticorpo.
L’indice di incorporazione nel DNA nelle cellule in fase di divisione è direttamente proporzionale all’effetto proliferativo cellulare. I campioni sono stati incubati per 90 min con un anticorpo anti-BrdU marcati con perossidasi (anti-BrdU-POD), che lega per la BrdU incorporato nel DNA cellulare recentemente sintetizzato.
Dopo aver lavato l’anti-BrdU-POD non associato, la reazione colorimetrica è stata indotta per 3 ~ 5 min con la soluzione di substrato e bloccato con l’aggiunta di acido solforico di 25 μl 1 M, e la densità ottica dei campioni sono stata misurata utilizzato un lettore di piastre alla lunghezza d’onda di 450 nm.
Le cellule trattate con il campione TricoVEG alla concentrazione e ai tempi saggiati hanno evidenziato una buona attività proliferativa della linea cellulare HHDPC presa in esame.
Valutazione dell’attività antiossidante: Azione scavenger sul radicale DPPH
Il DPPH (2,2’-diphenyl-1-picrylhydrazyl) è un radicale libero organico con un picco massimo di assorbimento a 515-528 nm e permette di valutare l’attività antiossidante di diversi composti mediante una misura di tipo spettrofotometrico. La reazione prevede la riduzione del radicale DPPH da parte delle molecole antiossidanti con formazione di un composto di colore giallo, la difenilpicrilidrazina (Figura 2).
L’entità della reazione di riduzione dipende dalla capacità delle molecole di fungere da donatori di elettroni. Al fine di valutare le proprietà antiossidanti del prodotto in esame, l’attività scavenger contro i radicali DPPH è stata determinata addizionando 0,1 ml di campione a 9,9 ml di una soluzione di DPPH (200 µM) preparata in etanolo. L’assorbanza è stata letta dopo 15 min a 517 nm. I dati sono stati espressi come percentuale di inibizione e riportati in figura 3. I dati ottenuti dagli studi condotti hanno evidenziato la capacità di TricoVEG di inibire il radicale
Determinazione dell’attività antiossidante: Azione scavenger sul radicale ABTS
L’ABTS (2,2′-azinobis-(3-ethylbenzothiazoline-6-sulfonic acid)) è un radicale di natura idrofila che presenta un massimo di assorbimento intorno a 734 nm. Anche in questo caso la reazione dipende dalla capacità di donare atomi di idrogeno da parte dell’antiossidante. il metodo si basa sulla capacità degli antiossidanti agire sul catione radicale ABTS, un cromoforo blu-verde con un assorbimento caratteristico a 734 nm. ABTS • + è stato generato dalla reazione di una soluzione acquosa di ABTS (7 mM) con persolfato di potassio 2,45 mM (K2S2O8). La miscela ottenuta è stata lasciata al buio a temperatura ambiente e, dopo 16 ore, è stata diluita con acqua distillata ad un’assorbanza di 0,999 ± 0,030 a 734 nm.
Per valutare le proprietà antiossidanti dei campioni, è stato aggiunto 0,1 ml di campione a 1 ml della soluzione ABTS finale e a 0,9 ml di acqua distillata. Un controllo è stato preparato nelle stesse condizioni di reazione ma utilizzando acqua distillata al posto del campione. Dopo 6 minuti, l’assorbanza è stata misurata a 734 nm. I dati ottenuti sono espressi come percentuale di inibizione del radicale, e riportati in figura 4.
I dati ottenuti dagli studi condotti hanno evidenziato la capacità di TricoVEG di inibire il radicale.
Attività scavenger sull’ossido nitrico – Azione antinfiammatoria
La determinazione in vitro dell’attività scavenger sull’ossido di azoto può essere un utile indice dell’attività antinfiammatoria.
L’ossido nitrico (NO), infatti, è un radicale libero a emivita breve e un messaggero intercellulare prodotto da una varietà di cellule di mammifero, come i macrofagi, neutrofili, piastrine, fibroblasti, cellule endoteliali, neuronali e muscolari lisce.
NO media una varietà di eventi biologici che vanno dalla vasodilatazione, neurotrasmissione, inibizione dell’adesione e dell’aggregazione piastrinica, ma risulta essere coinvolto anche in una vasta gamma di patologie a carattere infiammatorio.
L’azione scavanger nei confronti dell’ossido nitrico è stata determinata secondo il metodo di Griess. La reazione viene condotta utilizzando il reattivo di Griess, formato da una miscela di sulfanilamide e 1-naftiletilendiammina, in ambiente acido. In queste condizioni il nitrito tende a formare acido nitroso, il quale reagendo con la sulfanilamide produce un sale di diazonio (reazione di diazotazione). Il sale di diazonio, a sua volta, dà una reazione di copulazione con l’1-naftiletilendiammina originando un colorante azoico di colorazione viola che presenta un picco massimo di assorbimento alla lunghezza d’onda di 540 nm.
L’attività scavanger nei confronti dell’ossido nitrico è stata espressa in percentuale e i risultati sono stati riportati in figura 5.